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Walterpertoldo di Spilimbergo
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Figlio del nobile Ottobregonia, W. nacque a Spilimbergo nella prima metà del Duecento. Nel 1244 assume la guida del proprio casato, insieme al fratello Brigonussio. Fedele alleato del patriarca Gregorio di Montelongo, ne sostenne militarmente l’azione di governo. Nel 1255 partecipò alla campagna contro gli alleati di Ezzelino III da Romano in Friuli. L’8 dicembre 1256, come ricompensa per i servizi resi, fu infeudato di quella parte del castello di Sbroiavacca, di cui era stato privato il nobile Ulvino, a causa della sua militanza nelle fila ezzeliniane. Nell’estate del 1268 W. era nuovamente al fianco del patriarca, impegnato nello scontro con i conti di Gorizia. Il 6 settembre Gregorio di Montelongo gli concesse in feudo la metà del castello e del borgo di Valvasone, un tempo appartenuta a Corrado di Valvasone, accusato di tradimento. Nello stesso periodo il presule aquileiese favorì l’elezione a vescovo di Concordia del nipote di W., il frate minore Fulcherio di Zuccola. Alla morte di Gregorio di Montelongo, il nobile spilimberghese sostenne, in chiave anti-goriziana, la candidatura alla cattedra aquileiese di Filippo di Carinzia. Negli anni seguenti diventò un punto di riferimento importante del partito carinziano nel Friuli concordiese e partecipò alle operazioni militari contro i conti di Gorizia e i loro alleati. Nel 1274 il papa nominò alla cattedra aquileiese Raimondo della Torre; W. instaurò subito un ottimo rapporto con il nuovo patriarca. Nel 1278, persa la moglie Gisla e privo di eredi, il nobile spilimberghese cominciò a predisporre la sua successione. Il 20 maggio donò ogni suo allodio in Trusso e oltre l’Isonzo ai figli del nipote Giovanni di Zuccola. Nel maggio del 1281 cominciò a mettere in atto una complessa operazione che mirava a garantire allo stesso Giovanni la successione nei feudi detenuti dalla chiesa di Aquileia. Negli anni seguenti l’accordo tra zio e nipote entrò in crisi a causa del matrimonio di W. con Nida e della nascita di un erede, Ottobregonia. Il 6 aprile 1290 il nobile spilimberghese decise di fare testamento, ponendo il giovane figlio sotto la tutela della moglie Nida e di Odorico, capitano di Valvasone. Nel mese di novembre cadde gravemente malato. Morì di lì a poco, dopo aver privato la moglie, accusata di tradimento, della tutela del figlio. Ottobregonia sopravvisse al padre solo un paio di anni: unico erede rimase, quindi, Giovanni di Zuccola.
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